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L’accordo sindacale sulla stabilizzazione non dà diritto all’assunzione nella P.A.
La Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 15800 del 7 giugno 2021 afferma che l’accordo sindacale sulla stabilizzazione di lavoratori precari ha solo effetti programmatici, non vincolando la P.A. all’assunzione, per la quale devono invece sussistere i requisiti soggettivi di legge e l’espletamento delle procedure selettive o concorsuali. L’ordinanza è condivisibile nelle conclusioni, tuttavia, è
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Il blocco dei licenziamenti collettivi al tempo del Covid-19 tra il diritto alla libertà d’impresa ed il diritto al lavoro
Di seguito l’articolo del dott. Vidiri pubblicato su Il Corriere Giuridico n. 4/2021, Ipsoa, Milano. L’esigenza di conciliare il diritto all’iniziativa economica con quello al lavoro attraverso un equo bilanciamento tra contrapposti diritti è stato oggetto nel corso della pandemia da Covid-19 di una serie numerosa di decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, che
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Il divieto di cumulo di interessi e rivalutazione non si applica alla previdenza complementare
Al credito correlato alle contribuzioni dei datori di lavoro ai Fondi di previdenza complementare non è applicabile il divieto di cumulo di rivalutazione monetaria ed interessi previsto dall’art. 16, comma 6, della L. n. 412 del 1991, in quanto non è corrisposto da un ente gestore di forme di previdenza obbligatoria, ma da un datore
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Naspi: riconosciuta in caso di dimissioni per giusta causa per mancato pagamento della retribuzione
Il Tribunale di Venezia, sez. lav., con la sentenza del 13 maggio 2021, n. 342 ha riconosciuto il diritto al percepimento dell’indennità Naspi in caso di dimissioni del lavoratore determinate dalla giusta causa rappresentata dall’inadempimento del datore di lavoro che non corrisponde correttamente la retribuzione.
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Il lavoratore non è a conoscenza della domanda di ammissione alla CIG? L’assenza è ingiustificata
Il Tribunale di Chieti, sez. lavoro, con l’ordinanza 6 maggio 2021, ha stabilito che in caso di richiesta del datore di lavoro di ammissione alla cassa integrazione guadagni non comunicata al lavoratore, l’assenza dal lavoro deve essere giustificata.
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Non impugnabile la transazione conclusa con l’assistenza del rappresentante sindacale
In materia di atti abdicativi di diritti del lavoratore subordinato, le rinunce e le transazioni aventi ad oggetto diritti del prestatore di lavoro previsti da disposizioni inderogabili di legge o di contratti collettivi, contenute in verbali di conciliazione conclusi in sede sindacale, non sono impugnabili, a condizione che l’assistenza prestata dai rappresentanti sindacali sia stata
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Licenziamento disciplinare: irragionevole il reintegro solo per fatti tipizzati dai CCNL
Con ordinanza interlocutoria 27 maggio 2021, n. 14777, la Sezione Sesta Civile della Corte di Cassazione ha rimesso alla Sezione Lavoro la decisione in merito alla tutela applicabile nel caso di un licenziamento disciplinare (in regime “Fornero”) ritenuto sproporzionato rispetto a una condotta che non risultava specificamente elencata dal CCNL applicato tra quelle punibili con
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Licenziamento: illegittimo se il regolamento aziendale collega una sanzione conservativa all’illecito disciplinare
A fronte di una espressa previsione del regolamento aziendale circa le sanzioni disciplinari applicabili ad un dato comportamento illecito, il giudice non può condurre un’autonoma valutazione di gravità. Ne consegue l’illiceità del licenziamento disciplinare irrogato in luogo della prevista sanzione conservativa (Tribunale di Taranto, sentenza. 1° giugno 2021, n. 1415).
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Pubblico impiego: va riconosciuto il diritto al buono pasto se il turno eccede le sei ore
In tema di pubblico impiego privatizzato, l’attribuzione del buono pasto, in quanto agevolazione di carattere assistenziale che, nell’ambito dell’organizzazione dell’ambiente di lavoro, è diretta a conciliare le esigenze del servizio con le esigenze quotidiane del dipendente, al fine di garantirne il benessere fisico necessario per proseguire l’attività lavorativa quando l’orario giornaliero corrisponda a quello contrattualmente
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L’intenzione di licenziare ex art. 7, L. 604/1966 rileva ai fini della normativa dei licenziamenti collettivi?
Con sentenza del 31 maggio 2021, n. 15118, la Corte di Cassazione ha chiarito che la dichiarazione del datore di lavoro circa l’intenzione di procedere al licenziamento per motivo oggettivo prevista dall’art. 7, L. n. 604/1966 non può ritenersi di per sé un licenziamento. Non è, quindi, computabile, ai fini dell’applicazione della procedura di licenziamento
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