Legittimo l’uso dei contenuti delle chat private dei lavoratori per fini disciplinari
La Corte di Appello di Venezia (sentenza 27 luglio 2020, n. 258), pur considerando illegittimo il licenziamento di una lavoratrice che aveva postato in una chat privata di WhatsApp un video in cui era ripreso il suo superiore mentre usciva dal bagno in mutande con una bottiglia di apparenti urine in mano, ha ritenuto comunque
Leggi TuttoConfigurabilità del mobbing: le infermità dipendenti da causa di servizio
Gli elementi caratterizzanti della fattispecie di mobbing devono essere individuati in una condotta sistematica e protratta nel tempo, che concreta, per le sue caratteristiche vessatorie, una lesione dell’integrità fisica e della personalità morale del prestatore di lavoro; tale illecito, che rappresenta una violazione dell’obbligo di sicurezza posto da questa norma generale a carico del datore
Leggi TuttoProposta conciliativa rifiutata: se il lavoratore vince la causa non va condannato a pagare le spese
Con la sentenza n. 268 del 2020 il Giudice delle leggi ha dichiarato rispettivamente l’inammissibilità e l’infondatezza delle questioni di legittimità costituzionale sollevate, in riferimento agli artt. 3, 4, 24, 35 e 117, comma 1, Cost., quest’ultimo in relazione agli artt. 6, 13 e 14 della CEDU nonché agli artt. 21 e 47 della Carta
Leggi TuttoGig economy: il riconoscimento dello status di lavoratori dipendenti nelle ultime decisioni delle corti comparate
Oggetto della rassegna di giurisprudenza comparata, focalizzata su Francia e Canada, riguarda il riconoscimento dello status di lavoratori dipendenti ai contractors impiegati nella c.d. “Gig Economy”.
Leggi TuttoIl patrocinio legale spetta anche al giudice di pace
Con la sentenza n. 267 del 2020 il Giudice delle leggi ha dichiarato l’illegittimità costituzionale, in riferimento all’art. 3 Cost., dell’art. 18, comma 1, del d.l. 25 marzo 1997, n. 67, convertito, con modificazioni, nella legge 23 maggio 1997, n. 135, nella parte in cui non riconosce ai giudici di pace il diritto al rimborso
Leggi TuttoLa sospensione dei termini per l’emergenza Covid-19 si applica anche alla decadenza per l’opposizione al licenziamento
Il Tribunale del lavoro di Milano (sentenza del 14 ottobre 2020, n. 1638) ha stabilito che la sospensione dei termini durante il periodo emergenziale (Covid-19) si applica anche al termine decadenziale di 60 giorni per l’impugnazione stragiudiziale del licenziamento in quanto detta impugnazione deve ritenersi strettamente collegata al successivo termine di 180 giorni per il
Leggi TuttoL’indennità premio servizio va corrisposta anche se i contributi sono prescritti
Il principio di automatismo delle prestazioni previdenziali, di cui all’art. 2116 c.c., trova applicazione, con riguardo ai vari sistemi di previdenza e assistenza obbligatorie, come regola generale rispetto alla quale possono esserci deroghe solo se previste espressamente dal legislatore ed anche la limitazione della automaticità al solo caso in cui non sia prescritto il diritto
Leggi TuttoConversione DL n. 125/2020: ulteriori misure giuslavoristiche connesse allo stato di emergenza
Breve sintesi delle novità in materia giuslavoristica e di salute e sicurezza sul lavoro introdotte dall’appena convertito Decreto-Legge 7 ottobre 2020, n. 125, adottato in concomitanza con la proroga dello stato di emergenza al 31 gennaio 2021.
Leggi TuttoInammissibilità dei ricorsi avverso il diniego di ricostruzione di carriera nel pubblico impiego
Deve ritenersi inammissibile il ricorso del pubblico dipendente volto all’accertamento ed alla declaratoria del diritto alla ricostruzione giuridica ed economica della carriera, nonchè all’inquadramento in un determinato livello retributivo o funzionale, trattandosi di materia caratterizzata dalla presenza di atti autoritativi nei confronti dei quali sono ravvisabili esclusivamente posizioni di interesse legittimo tutelabili in via di
Leggi TuttoMinimo garantito e jus variandi: quali conseguenze sulla validità patto di non concorrenza
Con sentenza 21 aprile 2020, n. 33, la Corte di Appello di Brescia, sez. lav., ha ritenuto valido un patto di non concorrenza, con pagamento del corrispettivo in costanza di rapporto e previsione di un minimo garantito pari alla durata del patto. Inoltre, i giudici chiariscono che è legittimo l’esercizio dello jus variandi in caso
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