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Se il turno supera le 6 ore, il lavoratore ha diritto al buono pasto
Il lavoratore deve beneficiare di un intervallo per pausa qualora l’orario di lavoro giornaliero ecceda il limite di sei ore, ai fini del recupero delle energie psico-fisiche e della eventuale consumazione del pasto (Cass. civ., sez. Lav., 1 marzo 2021, n. 5547).
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Il “balletto” di due giudici del lavoro sulla competenza territoriale fa decadere la causa: violata la CEDU
Pronunciandosi su un caso “russo” in cui si discuteva della legittimità delle decisioni di due distinte autorità giudiziarie che, a turno, avevano dichiarato la loro incompetenza territoriale a decidere sulla causa promossa dal ricorrente, la Corte EDU ha ritenuto, all’unanimità (sentenza 2 marzo 2021, n. 10698/18), violato il diritto al giusto processo garantito dall’art. 6
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Si può licenziare un dipendente per i reati commessi sotto il precedente datore di lavoro?
Il Tribunale del lavoro di Pistoia, con la sentenza del 12 gennaio 2021, ha ritenuto legittimo il licenziamento di un funzionario bancario condannato per concorso in usura a seguito di numerosi inadempimenti ai doveri di diligenza bancaria commessi alcuni anni prima nello svolgimento dell’attività lavorativa presso il precedente datore di lavoro.
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La retribuzione per lavoro straordinario oltre il limite di ore massimo per i militari
Anche nel rapporto di pubblico impiego dei militari della Guardia di finanza trova applicazione la regola per la quale la retribuibilità del lavoro straordinario è, in via di principio, condizionata all’esistenza di una previa e formale autorizzazione allo svolgimento di prestazioni eccedenti l’ordinario orario di lavoro. Deve escludersi che l’amministrazione sia tenuta a pagare le
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Pubblico impiego: illegittimo non escludere dall’aspettativa per malattia i periodi di terapia invalidante
Con la sentenza n. 28 del 2021 il Giudice delle leggi ha dichiarato l’illegittimità costituzionale, in riferimento all’art. 3 Cost., dell’art. 68, comma 3, del d.P.R. n. 3 del 1957, nella parte in cui, per il caso di gravi patologie che richiedano terapie temporaneamente e/o parzialmente invalidanti, non esclude dal computo dei consentiti diciotto mesi
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Conversione del “Milleproroghe”: le misure in materia lavoristica
È in vigore dal 2 marzo 2021 il “Decreto Milleproroghe” (Decreto Legge n. 183/2020), convertito con legge 26 febbraio 2021 n. 21 in cui sono confluiti anche i due successivi D.L. 3/2021 e D.L. 7/2021. Viene presentata qui di seguito una breve sintesi delle novità introdotte dalla recentissima conversione in legge con riferimento agli istituti
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Il diritto del lavoro alla prova degli algoritmi: la “tappa” della Procura di Milano nella corsa alla tutela dei riders
La Procura di Milano ha condotto dal luglio 2019 un’indagine, originata da alcuni infortuni stradali occorsi a ciclofattorini, cd. riders, impiegati dalle aziende di food delivery per la consegna di prodotti ordinati tramite le piattaforme online. L’indagine, partita a livello locale, con l’ausilio della Polizia Locale di Milano e del Nucleo Ispettorato Lavoro, si è
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Giudici di pace: niente risarcimento per l’abuso del rapporto a termine nè (forse) pensione di vecchiaia
La natura subordinata del rapporto di lavoro deve essere accertata in concreto. In quanto non comparabile al giudice togato, non è irragionevole che il giudice di pace non abbia comunque diritto alla pensione di vecchiaia. In quanto libero di proseguire l’incarico a seguito delle proroghe previste per legge, non ha diritto ad alcun risarcimento per
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È discriminatorio negare il rinnovo del contratto a termine a causa dello stato di gravidanza
Il mancato rinnovo di un contratto a termine ad una lavoratrice che si trovi in stato di gravidanza ben può integrare una discriminazione basata sul sesso, ove risulti che il datore di lavoro abbia concesso il rinnovo dei contratti a tutti i colleghi nelle medesime condizioni contrattuali e non lo abbia, invece, riconosciuto alla lavoratrice
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Il recesso datoriale per sopravvenuta inidoneità alla mansione rientra nel blocco dei licenziamenti?
Con sentenza del 7 gennaio 2021, il Giudice del Lavoro del Tribunale di Ravenna ha dichiarato la nullità del licenziamento adottato dall’impresa nei confronti di un lavoratore dipendente poiché divenuto inidoneo alla mansione. Il Giudice ha infatti affermato che questa tipologia di licenziamento è soggetta al vigente divieto di licenziamento dovuto all’emergenza Covid-19.
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