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Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Bologna (sentenza 29 dicembre 2020, n. 633) ha rigettato il ricorso avanzato da una insegnante di un Istituto di Istruzione Superiore avverso la sanzione disciplinare della censura, irrogatale dal proprio Dirigente scolastico per avere la docente pesantemente punito ed umiliato una studentessa minorenne, vittima di gravi episodi di bullismo, anziché gli aggressori, suoi compagni di classe. Secondo il Tribunale, anzi, appare persino sin troppo blanda la sanzione della censura irrogata nella circostanza, atteso che, nel corso del procedimento, era stato dimostrato come la docente avesse a dir poco male interpretato i fatti occorsi e come, una volta venuta a conoscenza di quanto realmente capitato, lungi dal giustificare la propria condotta, avesse negato comunque gli errori di valutazione commessi, addebitando ad altri le responsabilità dell’accaduto e lodando in modo apodittico il proprio operato.