Il contributo descrive una recentissima pronuncia della Sezione Lavoro della Corte di Cassazione del 16 novembre 2021, n. 34717 che ha confermato una sentenza della Corte d’Appello di Bari relativa a un licenziamento disciplinare. La Suprema Corte si sofferma sulla portata delle condotte di un bancario che (si sostiene) avrebbe effettuato dei tentativi di truffa milionari ma che, soprattutto, avrebbe consultato illegittimamente i dati riservati di alcuni personaggi dello spettacolo molto noti, correntisti dell’istituto bancario di cui era dipendente. Dopo alterni esiti nella fase di merito (ordinanza del rito Fornero, sentenza sull’opposizione e sentenza d’appello sul reclamo), la Cassazione rigetta il ricorso principale del lavoratore, giudicando pienamente legittimo il licenziamento ed escludendo financo la tutela solo economica di cui all’art. 18, comma 5, Statuto dei lavoratori. Il cuore della motivazione dell’arresto di legittimità è dedicato ad escludere la possibilità per la Suprema Corte di rivalutare il materiale di causa in fatto, evidenziando che l’apprezzamento richiesto dal lavoratore ricorrente non riguarda profili di applicazione e interpretazione del diritto, ma giudizi sui fatti storici, non più effettuabili.